Caro amico, cara amica,
entriamo nell’Avvento, tempo dell’invocazione e dell’attesa della Venuta (dal latino Adventus) del Signore nostro Gesù Cristo. I credenti cristiani confessano la loro fede dicendo: “Gesù Cristo si incarnò, patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò secondo le Scritture e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”. Il tempo dell’Avvento è l’attesa di questo evento, attesa che sempre abita il cuore del cristiano ma che in queste settimane si fa più ardente. “Vieni, Signore Gesù, vieni presto!” (cf. Ap 22,17.20), è il grido della chiesa. Per questo san Basilio alla domanda “Chi è il cristiano?” rispondeva, tra l’altro: “Colui che resta vigilante ogni giorno e ogni ora sapendo che il Signore viene”.
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Caro amico, cara amica,
appartieni a una generazione abituata a celebrare Halloween, e forse ti chiedi cosa sia la festa liturgica di tutti i Santi (1° novembre), o meglio della comunione dei santi del cielo e della terra. Al cuore dell’autunno, dopo le mietiture e i raccolti nelle nostre campagne, la chiesa ci invita a contemplare la raccolta presso Dio dei frutti maturi suscitati dall’amore del Signore Gesù: da Abele il giusto fino all’ultimo umano morto nell’amore. La comunione di tutti i Santi è un memoriale dell’autunno glorioso della chiesa ed è una festa contro la solitudine, contro ogni isolamento che affligge il cuore umano. Ricordalo…
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La Bibbia si presenta come un complesso di libri, una biblioteca che riunisce testi differenti. Il termine stesso “Bibbia” è traduzione italiana del neutro plurale greco tà biblía, “i libri”. La Bibbia è un libro di libri: quarantasei libri formano l’Antico Testamento e ventisette il Nuovo Testamento.
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La lettura credente della Scrittura la confessa come corpo di Cristo: “Il suo corpo è la trasmissione ininterrotta delle Scritture”; il corpo scritturistico è tradizionalmente considerato, per analogia con il corpo fisico del Cristo, come forma di incorporazione del Logos. Come c’è una kenosi, una discesa della Parola nella carne (sàrx), così c’è una kenosi, un abbassamento della Parola in parole umane, in parole scritte (graphé).
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