In questa rubrica giornaliera vi proponiamo la meditazione del Vangelo del giorno preparata da un fratello o una sorella di Bose. Il nostro desiderio è di spezzare il pane quotidiano della parola di Dio, condividendo la lectio divina fatta nella solitudine della cella monastica. Per tutti il fine è quello indicato da Ignazio d’Antiochia, “rifugiarmi nel Vangelo come nella carne di Gesù” (Lettera ai Filadelfiesi).

Le pericopi del vangelo seguono il lezionario proprio del nostro monastero.

Umani secondo il cuore di Dio

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1 novembre 2025

Il termine che siamo soliti tradurre con “beati” è quello usato già nella versione greca dei Salmi per rendere l’espressione ebraica indicante una rettitudine di cammino, un’esortazione: “orsù, in cammino!” o, un po’ più liberamente, “coraggio!”. “Beati”, quindi, non sarebbe tanto un elogio, quanto piuttosto un incoraggiamento, appunto, a che non venga meno il cuore dei destinatari di queste parole così intessute del senso più profondo della nostra vita e delle sue vicissitudini.

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Il Signore del sabato

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31 ottobre 2025

“Sabato” (14,1.3.5) per Gesù è il nome della “cura-guarigione”, della vita che ritorna viva. Oggi “in casa di un capo dei farisei” mettendo a confronto “il sabato” e “i dottori della Legge” Gesù domanda loro: “è permesso o no curare di sabato?” (14,3).

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Saper contare i propri giorni

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30 ottobre 2025

Parlare a nuora perché suocera intenda. Il detto della sapienza popolare si attaglia alla perfezione a questo incontro tra Gesù e alcuni farisei. “Vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere” – gli dicono, dissimulando la loro brama di toglierlo di mezzo, in un modo o nell’altro, mentre il re di Galilea non desiderava altro che vederlo, ammirare all’opera quel saltimbanco dei miracoli (cf. Lc 23,8). Sta al gioco Gesù, e fingendo di rivolgersi a “quella volpe” risponde per le rime a quei volponi. Con finto altruismo, lo invitano ad andarsene ora per salvarsi la vita? Ebbene, lui svela loro un altro senso del tempo, dell’andare e della vita stessa.

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Dimorare nell’ “essere salvati”

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29 ottobre 2025

L’evangelista Luca ci ricorda che Gesù si sta dirigendo verso Gerusalemme. La città santa sarà il luogo della sua passione, morte e resurrezione, ma anche il luogo in cui il suo evangelo raggiungerà, in cerchi concentrici, la Giudea, la Samaria e i confini della terra (cf. At 1,8). Gerusalemme rappresenta dunque un compimento – il compimento dell’amore – e un cominciamento radicale, un nuovo inizio per l’umanità intera.

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Gesù, solitudine in preghiera

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28 ottobre 2025

L’elezione dei Dodici è fatta precedere da un particolare su cui riponiamo la nostra  attenzione: “In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio” (Lc 6,12). Gesù, l’uomo della compagnia, passa di villaggio in villaggio, le folle lo seguono; l’uomo della cerchia ristretta, le sue soste di casa in casa, è altresì l’uomo della solitudine, del ritirarsi in luoghi appartati, solitari.

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Schiena piegata, cuore ripiegato

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27 ottobre 2025

Questa pagina del Vangelo nasce dall’incontro tra due quotidianità: quella di Gesù, che stando al testo trascorreva i giorni di sabato, dedicati al riposo e alla lode del Dio creatore, insegnando ora in questa ora in quella sinagoga, e quella di una donna anonima, che da lungo tempo era costretta a una vita ripiegata che le impediva di ricambiare gli sguardi delle altre persone, così come di alzare i suoi occhi verso il cielo.

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Discernere i segni dei tempi

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24 ottobre 2025

«Il volto, l’aspetto della terra e del cielo» (Lc 12,56) sappiamo riconoscerlo e valutarlo, riusciamo a fare previsioni meteorologiche, a intuire l’arrivo della pioggia dal moto delle nuvole o il caldo portato dal soffio dello scirocco, a prospettare scenari. Però non siamo in grado di ponderare il senso profondo del kairos che viviamo, del tempo qualitativo e irripetibile che ci è dato di abitare.

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Scandalosa pace

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23 ottobre 2025

Quel Gesù per il quale al momento della nascita gli angeli hanno cantato: “Pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14), lo stesso Gesù che annuncia la pace a coloro che guarisce (cf. Lc 7,50), oggi ci mette di fronte ad affermazioni che dicono il contrario: “Pensate che sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione” (v. 51).

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Attesa, consapevolezza, responsabilità

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22 ottobre 2025

“Anche voi tenetevi pronti, perché il figlio dell’uomo verrà quando voi non ve lo aspettate” (v.40). Di fronte a questa affermazione ci si potrebbe inquietare e pensare che la venuta del Signore sia un evento che incombe sulla nostra testa. Se invece spostiamo l’accento su quel “tenetevi pronti” cogliamo una sfumatura che può aiutarci a vivere il nostro quotidiano: se l’arrivo del Signore può avvenire in ogni momento allora ogni attimo della nostra vita è preparazione del Regno, anzi ogni attimo vissuto in questa consapevolezza è già Regno.

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Vigilanti come sentinelle, come innamorati

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21 ottobre 2025

“Dov’è il vostro tesoro là sarà anche il vostro cuore”, questo il versetto che precede il vangelo odierno. Il tesoro del credente è l’amore del Signore che ci fa attendere la sua venuta e la pienezza di vita nel Regno dei cieli. Non c’è una data, un’ora prefissata per questo ritorno, resta nascosta, ma è certa. È una promessa del Signore. Questo ci pone in un desiderio, in un’attesa che ci rende vigilanti come sentinelle, come innamorati.

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Da cosa dipende la vita?

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20 ottobre 2025

La prima considerazione che mi sembra proporre il testo è che non si può piegare l’Evangelo e farlo diventare la giustificazione dei propri diritti, di un “dammi!” che abbia l’avvallo autorevole del Signore.
Inoltre Gesù non risponde alla richiesta dello sconosciuto entrando nel “chi ha ragione”; non si propone come istanza giuridica migliore, superiore ai tribunali umani e al diritto; è consapevole dei limiti della sua persona, pur sapendo di essere il Figlio di Dio cui è dato ogni potere. 

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L’evangelista Luca, il “toro”

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18 ottobre 2025

Impossibile fare la biografia dell’evangelista Luca del quale oggi celebriamo la memoria, perché l’unica cosa che si sappia di lui è che ha scritto l’evangelo che è stato messo sotto il suo nome e gli Atti degli apostoli, secondo libro della sua opera. Tutto il resto è tradizione, non trascurabile certo, ma non verificabile storicamente. 

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