Notizie dalla comunità
Lettera agli amici - Qiqajon di Bose n. 76 - Trasfigurazione 2024
Confermati nel cammino...
Pochi giorni prima del nostro ritiro comunitario – predicato da m. Michela Porcellato, priora del monastero camaldolese di Sant’Antonio a Roma – e del nostro capitolo annuale, il priore fr. Sabino ha incontrato papa Francesco in udienza privata. Con cordialità e atteggiamento paterno, il papa si è informato circa il cammino della comunità, alla quale in questo tempo è restato sempre vicino. Ha affidato al priore la sua parola di incoraggiamento e la sua benedizione per ciascun fratello e sorella, e la sua esortazione a continuare a camminare con fiducia dietro al Signore, nella fedeltà alla sua chiamata.
... con nuove sorelle e fratelli...
Nella liturgia vigiliare della III domenica di Avvento – segnata dall’invito dell’Apostolo a “rallegrarsi sempre nel Signore” (Fil 4,4) e per questo denominata domenica “Gaudete” – la comunità si è rallegrata per la promessa monastica emessa da sr. Marica, al termine del suo cammino di noviziato. Intanto un fratello sta ultimando il suo tempo di probandato e nella notte della Trasfigurazione emetterà la professione monastica. Davvero ci rallegriamo e rendiamo grazie al Signore perché non ci fa mancare la sua misericordia e ci benedice con l’arrivo e la perseveranza di nuove sorelle e fratelli nel nostro cammino di celibato e vita comune alla sequela del Signore.
... e comunità sorelle
Dieci anni dopo l’inizio della vita in comune con le sorelle di Bose a Civitella San Paolo, le monache
benedettine possono guardare con maggiore serenità al futuro della loro comunità. Grazie al riconoscimento di Bose come monastero sui iuris, infatti, il monastero di Santa Scolastica ha potuto affiliarvisi, vedendo così riconosciuto e garantito, nonostante il numero esiguo di sorelle professe, il permanere della loro comunità monastica benedettina, senza dover abbandonare il luogo in cui hanno maturato la loro vocazione e vissuto per tanti anni la loro stabilità monastica. Rendiamo grazie al Signore per questa soluzione rispettosa dell’identità di ciascuna delle nostre comunità e feconda di reciproci doni. Un grazie particolare va anche ai due vescovi che si sono succeduti alla guida della diocesi di Civita Castellana – l’emerito Romano Rossi e l’attuale Marco Salvi – per il loro sostegno e incoraggiamento.
Nel corso del capitolo di gennaio abbiamo anche avuto l’occasione di prendere comunitariamente coscienza di un legame che perdura da alcuni anni tra la nostra comunità e la Comunità di Emmaus, in Tasmania. Un legame di semplice fraternità, che abbiamo voluto rinnovare, che ci rallegra e per il quale rendiamo grazie al Signore.
Luce sapiente
Insieme alle sorelle benedettine di Civitella San Paolo abbiamo reso grazie al Signore per il dono della vita di m. Francesca, che lo scorso 27 febbraio ha vissuto la sua Pasqua. Dopo aver servito la sua comunità come badessa dal 1984 al 2005, era stata proprio lei, assieme all’allora priore fr. Enzo, a desiderare fortemente l’inizio della vita fraterna con le sorelle di Bose. Donna di sapienza, dall’intelletto vivace fino alla fine e dalla cultura profonda, con affetto e umorismo m. Francesca ha saputo trasmettere saldezza nel Signore, “come se vedesse l’invisibile” (Eb 11,27). In occasione della sua sepoltura nel piccolo cimitero del monastero di Santa Scolastica, il 29 febbraio, fr. Domenico ha espresso con una poesia i nostri sentimenti Anche febbraio ha aggiunto un giorno e i prati cascate di viole anche la pioggia ha sostato su di noi che ti abbiamo scortato in silenzio
e poi le parole antiche e nuovamente vere. Dopo cent’anni di pazienti lotte ci accompagna ora il tuo sorriso mite e la luce sapiente di occhi addolciti.
La benedizione dei legami fraterni
A inizio febbraio il priore, fr. Sabino, e due altri fratelli, fr. Raffaele e fr. Luigi, hanno realizzato una visita a Tirana (Albania) e Istanbul (Turchia), per rinsaldare i legami fraterni con la Chiesa ortodossa di Albania e il Patriarcato ecumenico. Accolti a Tirana dal vescovo ausiliare Asti di Bylis, amico di lunga data e parte- cipante regolare dei convegni di spiritualità ortodossa, hanno incontrato insieme a lui l’anziano arcivescovo Anastasios,rifondatoredellaChiesa ortodossa di Albania e tuttora suo primate: un pastore dalla mente e lo spirito tuttora lucidissimi, i cui occhi si accendono quando condanna la guerra in Ucraina e in Medio Oriente e quando parla del dialogo tra i cristiani, per il quale ha speso tanto del suo ministero a servizio del Vangelo.
Al loro arrivo a Istanbul i fratelli sono stati accolti dalla comunità dei frati minori cappuccini di Yeşilköy, con il superiore fr. Paolo Raffaele Pugliese, e lì hanno partecipato all’eucaristia domenicale assieme all’eterogenea comunità cattolica locale. Successivamente si sono recati al Fanar, presso la sede del Patriarcato ecumenico, dove il patriarca Bartholomeos li ha accolti per il pranzo e subito dopo li ha ricevuti in udienza privata. Informatosi delle novità della vita comunitaria e rallegratosi della serenità ritrovata dopo le tribolazioni degli ultimi anni, ha caldamente incoraggiato la prosecuzione delle attività e dei convegni ecumenici. Il giorno successivo i fratelli si sono spostati insieme al patriarca sull’isola di Halki, nell’arcipelago dei Principi, sul Mar di Marmara, dove ha sede la Scuola teologica chiusa all’insegnamento pubblico dal 1971, allo scopo di celebrare la festa di san Fozio il Grande, patriarca di Costantinopoli.
I fratelli sono infine rientrati a Bose, colmi di gratitudine al Signore per quanto hanno vissuto e per l’accoglienza ricevuta da parte dell’arcivescovo +Anastasios e del patriarca ecumenico +Bartholomeos: il viaggio è stata occasione preziosa per fare memoria davanti al Signore dei doni di grazia e di fraternità ricevuti nella pluridecennale vicenda di legami fraterni con le loro Chiese.
A fine maggio il priore, fr. Sabino, si è recato in Romania, invitato dall’igumeno del monastero ortodosso di Bunavestire (Annunciazione), p. Agapie Corbu, e della Facoltà di teologia ortodossa di Arad, per tenere alcune conferenze sulla figura di Isacco di Ninive, un padre particolarmente apprezzato anche in terra romena. Era accompagnato da p. Victor Cretu, igumeno del monastero ortodosso del Pantokrator ad Arona, che ha fatto da interprete, e da p. Elia Citterio, dei Fratelli contemplativi di Gesù, che ha parlato di Nicodimo Aghiorita e dei famosi padri spirituali romeni che p. Elia ha conosciuto durante la sua quarantennale frequentazione di quella terra.
L’accoglienza è stata al di là di ogni attesa, prima da parte di studenti e professori nell’aula magna della Facoltà e poi, nelle sere successive, in due conferenze aperte alla città nelle sale della Filarmonica e del Palazzo di città, alla presenza di centinaia di partecipanti, oltre che dell’arcivescovo ortodosso di Arad, + Timoteo.
Taizé e Bose
I legami fraterni di Bose con Taizé sono molto antichi nella nostra vicenda comunitaria e in questi ultimi anni stanno vivendo uno slancio rinnovato. Domenica 3 dicembre fr. Sabino e sr. Sylvie si sono recati a Taizé per esprimere la nostra comunione in occasione dell’inizio del ministero di priore di fr. Matthew. Quindi, qualche giorno più tardi, fr. Alois ci ha raggiunti per trascorrere con noi
a Bose un paio di mesi al termine del suo servizio come priore di Taizé. Una presenza discreta e partecipe la sua, una quotidiana condivisione di quanto anima le nostre vite, una comune ricerca di sequela del Signore nel celibato e nella vita comune. Al termine del soggiorno di fr. Alois, durante il quale ci ha anche resi partecipi dell’esperienza da lui recentemente vissuta al Sinodo, abbiamo avuto il dono di accogliere i due fratelli venuti per riportarlo a Taizé: fr. Ulrich e fr. Charles-Eugène – già segretario prima di fr. Roger e poi di fr. Alois – che ha così potuto visitare per la prima volta Bose e rincontrare tra gli altri il nostro fr. Daniel: un’amicizia fraterna, la loro, che risale alla metà degli anni ’60. Profondamente grati per la presenza di fr. Alois in mezzo a noi, gli assicuriamo il nostro ricordo e la nostra preghiera per la sua nuova missione a Cuba, dove ritroverà fr. Parfait, anche lui passato varie volte a Bose.
Una comune vocazione
Prosegue la presenza in mezzo a noi di Sargon, novizio assiro del monastero siro-cattolico di Cristo Redentore a Qaraqosh (Iraq), per un tempo di formazione monastica ed ecumenica che rinsalda i nostri intensi legami con la sua comunità. Anche lo ieromonaco p. Arsenij del Patriarcato di Mosca, amico fraterno da ormai venticinque anni, sta condividendo la nostra vita monastica, arricchendola della sua sapienza biblica e della sua ricerca di sequela evangelica.
All’indomani della festa dell’Epifania fr. Sabino e fr. Marcello si sono recati all’abazia di Tamié per manifestare la nostra vicinanza e comunione ai monaci trappisti in occasione della benedizione del nuovo abate fr. Marco. Anche con quella comunità la vicinanza fraterna risale agli inizi della vita comune a Bose: è la fedeltà del Signore che anima e sostiene le nostre fedeltà e che tesse sempre nuove trame nel tessuto della solidarietà monastica. Sulla via del ritorno, si sono fermati all’abazia della Novalesa, per un saluto a fr. MichaelDavide e agli altri fratelli che stanno facendo rivivere questo antico luogo monastico. “Dappertutto si serve il medesimo Signore”, ricorda la Regola di Benedetto parlando dell’accoglienza in monastero di “monaci forestieri” (cf. RB 61,10), ma il vivere concretamente questa accoglienza rivela che nella Chiesa e nel monachesimo nessuno è forestiero. È con grande gioia e consolazione reciproca che in questi mesi abbiamo “ricevuto la misericordia del Signore” (cf. RB 53,14) nella persona di monaci e monache che ci hanno visitato. Ricordiamo in particolare l’abate primate dei benedettini p. Gregory Poland, il nuovo priore generale dei camaldolesi (e amico fraterno da tanti anni) fr. Matteo Ferrari, m. Haregewin dall’Etiopia, l’intera comunità dei cistercensi di Pra ’d Mill con il loro priore fr. Emanuele, con cui abbiamo condiviso un bel momento di fraternità monastica, fr. Matteo, fr. Agostino, fr. Giulio, fr. Lorenzo e fr. Gabriele del monastero di Germagno, la priora generale sr. Emmanuelle e due sorelle del consiglio delle Sœursde Bethléem, sr. Deborah monaca camaldolese della comunità di Poppi, sr. Chiara Luce, clarissa di Altamura, che ha trascorso con noi due mesi, p. Michel Van Parys di Chevetogne, da anni fedele compagno del nostro cammino. Ha trascorso con noi un tempo d isosta anche Anita, una sorella della Comunità di San Valentino di Ala.
Cercare Dio nelle relazioni tra sorelle
Come ormai da qualche anno, durante il mese di gennaio le sorelle hanno trascorso una giornata insieme andando a visitare un’altra comunità monastica: in questa occasione l’incontro è stato con le sorelle clarisse di Lovere. Nella serena atmosfera del monastero, con vista sul lago, ai momenti di preghiera e al pasto condiviso, ha fatto seguito una ricca riflessione di m. Emanuela Roberta su “Cercare Dio nelle relazioni fraterne a partire dagli scritti di Chiara di Assisi”, una santa che ha sempre definito se stessa a partire dal suo rapporto con Cristo e con le sorelle. Lo scambio sincero e profondo che ne è seguito ha rallegrato e rincuorato tutte, grate per il dono dell’incontro e dell’accoglienza reciproca che è dato di sperimentare continuamente grazie alla fedeltà del Signore. Verso un unico calice
Il priore, fr. Sabino, ha preso parte al Comitato di coordinamento della Commissione mista di dialogo tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica, che si è riunito a inizio giugno a Cassano delle Murge. Dopo l’importante documento su “Sinodalità e primato nel secondo millennio”, discusso e approvato nel giugno scorso adAlessandria,ilgruppo,composto da dieci membri cattolici e dieci ortodossi, si è confrontato sul prosieguo del dialogo, in vista di quella comunione al calice eucaristico da tutti desiderata. L’incontro si è svolto in un clima particolarmente fraterno, sostenuto dall’accoglienza calorosa della Chiesa di Bari, insieme al suo arcivescovo +Giuseppe Satriano, che ha accolto i membri del Comitato per la celebrazione della liturgia eucaristica cattolica nella cattedrale, e dei padri domenicani, dove è stata celebrata la divina liturgia ortodossa, sulla tomba di san Nicola, nell’omonima basilica.
Per crescere insieme
In questi ultimi tempi la comunità ha riflettuto molto sul cammino formativo dei suoi membri, non soffermandosi solo sulla formazione iniziale. In particolare, i primi anni dopo la professione sono un delicato tempo di passaggio nella vita di una persona, che è bene vivere con un sostegno specifico da parte della comunità. Così da quest’anno abbiamo iniziato un percorso per i fratelli e le sorelle dei primi cinque anni di professione: alcune tappe in cui affrontare temi fondamentali per la nostra vita, in modo il più possibile esperienziale.
Nel tardo autunno siamo andati a Concenedo per incontrare d. Franco Brovelli, a lungo collaboratore del cardinale Carlo Maria Martini, con il quale abbiamo avuto un ricchissimo confronto sull’accompagnamento spirituale. Il nostro fine era quello di comprendere e gustare, dalla lunga esperienza di d. Franco, l’importanza di essere accompagnati durante tutte le fasi della vita, e non solo nel tempo del noviziato e della probazione.
L’amicizia, lo sguardo positivo e le parole evangeliche di d. Franco ci hanno scaldato il cuore, in una giornata purtroppo plumbea! Abbiamo poi avuto anche l’occasione di un veloce saluto alle Carmelitane scalze poco distanti.
A gennaio ci siamo recati in Valle d’Aosta, per incontrare le monache benedettine di Saint-Oyen. Con la badessa, m. Agnese, la maestra delle novizie e due giovani sorelle, abbiamo affrontato il tema delle relazioni fraterne. Nel pomeriggio ci siamo incontrati con l’intera comunità: un’occasione ottima per scoprire ancora una volta come la vita comune sia sempre esigente quando cerchiamo di viverla secondo il Vangelo, e per allacciare legami di amicizia e di comunione così fondamentali per la nostra vita.
Dopo Pasqua un’altra tappa importante del nostro percorso è stata la visita ai fratelli di Dumenza: con loro abbiamo vissuto una giornata di confronto sulle relazioni tra giovani e anziani in comunità. L’argomento per noi sta emergendo, e il dialogo con chi lo affronta già da un po’ si è rivelato necessario e fruttuoso. Nel tempo di passaggio che anche noi stiamo vivendo, riteniamo sia fondamentale aprirci al confronto e al dialogo con chi ha già fatto un pezzo di strada simile al nostro. L’ottima accoglienza riservataci dai fratelli ci ha anche dato l’occasione di riassaporare l’antica amicizia che ci lega a questa comunità.
A metà giugno ci siamo ritagliati tre giorni nella nostra fraternità di Assisi: tempo di revisione del percorso, di programmazione per il prossimo anno, ma anche di incontri ricchi di spiritualità e di gioia. Una giornata di “gita” a piedi sul Subasio, un incontro con il maestro dei novizi di San Damiano, un saluto alle benedettine di Bastia, e soprattutto la vita con i fratelli della fraternità, ci hanno confermati nella bontà dell’intuizione di questo tempo dedicato ai giovani professi e nella scelta di continuare il percorso, consapevoli che la nostra formazione non sarà mai conclusa.
Il sapore della sapienza
Anche la comunità nel suo insieme prevede momenti dedicati alla formazione permanente di fratelli e sorelle, chiedendo ad amici ed amiche competenti il loro aiuto. Così quest’anno Licia Sbattella – bioingegnere, psicologo clinico, psicoterapeuta e musicista – ci ha introdotto a “L’ascolto e il dialogo con giovani e giovani adulti”; p. Adalberto Piovano del monastero di Dumenza ci ha parlato di come “Vivere il tempo nelle diverse età della vita nell’esperienza monastica”; Michel Nseir, teologo ortodosso libanese, ha presentato “Origini, presente e sfide per il futuro del Consiglio ecumenico della Chiese”, dove lavora da diversi anni; Serena Noceti – ordinario di Teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale a Firenze – ci ha appassionatamente trasmesso come “Rileggere oggi la Lumen gentium”. Infine Daniel Marguerat – biblista riformato, docente emerito di Nuovo Testamento presso l’Università di Losanna – ci ha condotto con sapienza attraverso “La difficile compaginazione della diversità negli Atti degli apostoli”.
A tutte e tutti loro il nostro fraterno ringraziamento: come sempre, il tempo trascorso in mezzo a noi nella fraternità quotidiana ha conferito al loro insegnamento tutto il sapore della koinonia cristiana.
La ricchezza del confronto
Anche quest’anno le Giornate di confronto offerte ad amici e ospiti hanno ulteriormente arricchito la consapevolezza del nostro vissuto umano e cristiano: p. Giacomo Costa s.j. – consultore della Segreteria del Sinodo dei vescovi – ci ha accompagnato “Al cuore della democrazia: una partecipazione che umanizza”; d. Giuliano Zanchi, direttore della Rivista del clero italiano, ha affascinato i presenti parlando dello “Spirituale dell’arte”, cioè di “Estetica e società nell’epoca post secolare”; dal canto suo la teologa e filosofa Isabella Guanzini – docente all’Università di Linz – ci ha trasmesso con risoluta delicatezza le sue riflessioni su “Etica e politica degli affetti”. Anche con loro l’amicizia antica o recente ha esaltato le profonde sintonie e reso ancor più pregnante la nostra gratitudine.
Chiese locali e Chiesa universale
L’ospitalità ci offre la preziosa opportunità di condividere il respiro delle Chiese locali cui appartengono quanti ci visitano e sostano tra noi. Questo dono emerge con maggiore evidenza quando le persone svolgono un ministero a servizio della Chiesa – sia essa particolare o universale – in cui il Signore li ha posti come pastori. Così, in occasione delle giornate di ritiro che d. Cesare Pagazzi ha voluto trascorrere tra noi in preparazione alla sua ordinazione episcopale, siamo stati resi partecipi del suo lavoro presso il Dicastero per la cultura e l’educazione, di cui è stato recentemente nominato segretario.
La presenza tra noi per il Triduo pasquale del sottosegretario d. Samuele Sangalli e di alcuni officiali del Dicastero per l’evangelizzazione ci ha svelato qualcosa del quotidiano dilatarsi dell’annuncio del Vangelo al cuore e alle periferie del mondo.
Gli esercizi spirituali che i vescovi della Calabria hanno voluto vivere a Bose ci hanno fatto respirare sfide e speranze di quella Chiesa, mentre docenti e studenti della Facoltà teologica pugliese – accompagnati dall’arcivescovo di Bari +Giuseppe Satriano e dal vescovo di Pinerolo +Derio Olivero – si sono interrogati assieme a noi sulle esigenze pastorali che la sempre più numerosa presenza in Italia di cristiani di diverse confessioni pone oggi alle nostre diocesi in ambito ecumenico.
E alle medesime sfide pastorali sono stati dedicati i due giorni trascorsi a Bose dagli incaricati regionali per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, riuniti dal direttore del corrispondente Ufficio nazionale, d. Giuliano Savina. Anche in questa occasione è stata preziosa la presenza del vescovo +Derio, presidente dell’apposita commissione episcopale nazionale.