Una nuova stagione di incontri
Le relazioni ecumeniche si nutrono di incontri fraterni, di amicizie intessute negli anni, di conoscenza reciproca di ciò che arde nel cuore dell’altro, di condivisione di sofferenze e di gioie: solo così convegni, incontri e dialoghi ufficiali o accademici riescono a produrre frutti duraturi al di là delle formulazioni e dei documenti che li fissano come punti fermi del dialogo ecumenico. Che ne è allora di questi scambi nel quotidiano, di questi incontri fecondi nella nuova stagione segnata dalla pandemia e dal distanziamento che richiede?
La maggior parte degli appuntamenti ecumenici nazionali e internazionali che prevedevano una consistente partecipazione di fratelli e sorelle che potessero sperimentare “come è bello stare insieme” (cf. Sal 133) è stata rinviata, proprio perché lo svolgimento non fosse impoverimento di questo “convenire in unum” dei partecipanti.
Il Consiglio ecumenico delle Chiese, che già aveva dovuto rinunciare alla riunione del Comitato centrale che avrebbe dovuto eleggere il nuovo segretario generale, ha da un lato confermato il mandato ad interim di p. Ioan Sauca per sostituire il pastore Olav Fykse Tveit, eletto presidente della Conferenza dei vescovi della Chiesa luterana di Norvegia, d’altro lato ha deciso lo spostamento di un anno, a settembre 2022, della Assemblea generale, che si svolge ogni otto anni e che avrebbe dovuto aver luogo l’anno prossimo. Il luogo e il tema rimangono invariati: a Karlsruhe i rappresentanti delle Chiese cristiane di tutto il mondo si confronteranno su “L’amore di Cristo muove il mondo verso la riconciliazione e l’unità”.
Questo tema – attorno al quale convergeranno i lavori e le riflessioni che da anni stanno maturando nelle varie regioni del globo anche attraverso il Pellegrinaggio di Giustizia e Pace – aiuterà a evidenziare la dimensione di “movimento d’amore” propria del movimento ecumenico, cercando di seguire Cristo e di testimoniarne l’amore nella ricerca della giustizia, della pace, e dell’unità fondata su Cristo stesso. Infatti, l’unica famiglia umana ha bisogno di amore e di amare per affrontare insieme le sfide che la attendono.
Rinviata dapprima al 2021 e poi al 2022 anche la Conferenza di Lambeth, la decennale assemblea dei vescovi della Comunione anglicana prevista per quest’anno. Anche in questo caso, tematiche, preoccupazioni e sollecitudini pastorali restano ben presenti nella mente, nel cuore e nell’azione dei pastori di quelle Chiese. L’arcivescovo di Canterbury, + Justin Welby ha voluto rilanciare l’attenzione sul tema scelto – “La Chiesa di Dio per il mondo di Dio: camminare, ascoltare e testimoniare insieme” – sottolineando al contempo il forte impatto della pandemia sulla vita delle persone e delle Chiese e il forte coinvolgimento delle comunità cristiane: “Sono molto colpito – ha detto + Justin Welby – dal modo in cui gli anglicani di tutto il mondo hanno affrontato le enormi necessità sociali create da questa crisi. Tante persone hanno sofferto per la pandemia, economicamente, fisicamente e per la perdita di loro cari. Questa crisi ha messo a nudo le divisioni e le disuguaglianze del mondo, con i poveri, i vulnerabili e gli emarginati che ne stanno subendo le conseguenze peggiori”. Pur nell’isolamento e nelle restrizioni siamo riusciti a restare in contatto: sento che lo Spirito di Dio ci ha avvicinati. Se osserviamo quanto sta accadendo nel mondo, vediamo quanto sia importante che la Comunione anglicana cammini insieme, cercando di farsi sempre buona notizia per tutti”.
Diversa, ma animata dalla medesima sollecitudine pastorale, la scelta della Tavola valdese, che ha trasformato il Sinodo annuale delle Chiese metodiste e valdesi in una settimana di iniziative nelle giornate di fine agosto, solitamente dedicate ai lavori sinodali. “Generazioni e rigenerazioni. Avere cura di persone, memorie e territori” il tema scelto e affrontato con Incontri, mostre, concerti, film e anche fumetti. “Il Sinodo non c’è, ma le chiese metodiste e valdesi ci sono con la loro storia e il loro impegno variegato da Nord a Sud” ha sottolineato la moderatora Alessandra Trotta, ribadendo così l’importanza della cura per l’annuncio del Vangelo oggi.
Infine, proprio in questi giorni, avrebbe dovuto aver luogo a Bose l’ormai tradizionale Convegno internazionale di spiritualità ortodossa: la XXVIII edizione è stata rinviata di un anno, mantenendo lo stesso tema: “La via della riconciliazione. Lasciatevi riconciliare con Dio”. L’appello di Paolo nella seconda lettera ai Corinzi non è semplicemente un’esortazione morale, ma un richiamo al fondamento della teologia cristiana: l’evento della riconciliazione del mondo e dell’umanità con Dio attraverso l’incarnazione passione morte e resurrezione di Gesù Cristo. È quanto mai urgente una riflessione sui fondamenti della fede cristiana: sul perdono e la misericordia come fondamentali costanti della vita spirituale nelle tradizioni di Oriente e di Occidente. La riconciliazione non è solo uno dei sacramenti della Chiesa – pur essendo parte del ministero della chiesa –, ma coinvolge tutto il cammino di trasfigurazione della persona e del cosmo. Impegnate a testimoniare l’evangelo e la buona notizia di Gesù Cristo, tutte le Chiese sono chiamate alla riconciliazione tra di loro, procedendo insieme nel cammino dell’unità.
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