21 settembre 2024
Un noto detto apre, o quasi, la collezione dei Detti dei rabbini chiamata Pirqè Avot: “Shim‘on il giusto era uno degli ultimi membri della grande assemblea. Egli soleva dire: Su tre cose il mondo sta: sulla Torà, sul culto e sulle opere di misericordia” (Pirqè Avot I,2).
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20 settembre 2024
Gesù annunciava la buona notizia del regno di Dio (v. 1). Gesù non annunciava sé stesso, ma annunciava il regno di Dio, e lo annunciava come buona notizia. Ci crediamo oggi? Molti sono i passi nei vangeli in cui la felicità dell’uomo oggi è posta in relazione al regno di Dio, ma in questo nostro tempo queste parole forse sembrano strane, suonano quasi fuori luogo, per non dire incomprensibili. Molte sono le dinamiche che si incrociano intorno a questa parola del Regno: è futuro o presente? O entrambi? Vi entreranno solo alcuni o tutti? Coincide con una forma storicamente data o è indipendente da essa? È una realtà che il credente può contribuire a realizzare o è puro dono di Dio? E in quale rapporto esso sta con la realtà storica della chiesa? Coincide con essa o la sovrasta? E in quale relazione la realtà del regno di Dio sta con il dono dello Spirito santo? E con la persona di Gesù?
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19 settembre 2024
Poche righe prima del testo di oggi Gesù dice che lo si descrive come “un mangione e beone, amico di pubblicani e prostitute” (Lc 7,34). Il brano di oggi sembra essere la conferma di questa affermazione. Gesù è a tavola e si lascia toccare da una donna che il suo ospite definisce “una peccatrice”. Se ci mettiamo dallo stesso punto di vista di Simone non possiamo fare altro che confermare questa ipotesi.
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18 settembre 2024
Le parole di Gesù oggi ci invitano ad operare un discernimento, cioè ad imparare a formulare un giudizio sulla realtà a partire non tanto dal nostro umano sguardo su di essa, ma dallo sguardo che ha Dio su di essa.
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17 settembre 2024
Precedentemente Gesù si era meravigliato della fede di un centurione pagano (cf. Lc 7, 9). Fede umile e grande, perché credeva fortemente che la Parola di Gesù avrebbe fatto quello che diceva. Infatti, l’uomo dell’esercito romano disse a Gesù, chiamandolo Signore: “Non disturbarti! Ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito” (v. 6 e 7).
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16 settembre 2024
Leggendo uno dei primi tre vangeli − avendo in mano una sinossi che li possa confrontare − le più importanti osservazioni che possiamo fare nascono proprio da questo semplice confronto. La cosiddetta “questione sinottica” è stata molto complicata dagli esegeti con il ricorso a una cosiddetta fonte (Q), che è puramente ipotetica, ma in realtà non è un problema, perché la soluzione è molto semplice: Matteo riscrive Marco, e Luca dipende da entrambi.
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14 settembre 2024
Oggi la chiesa universale celebra la festa l'esaltazione della croce. Festa che non vuole esaltare l’atrocità di uno strumento di tortura, ma che celebra la vittoria che su di essa si è compiuta: la vittoria del bene sul male, la vittoria dell’amore vissuto fino alla fine. Fine che viene visto non come “la” fine ma come “il” fine, cioè il compimento della vita terrena di Gesù, compimento che anche le nostre vite sono chiamate a raggiungere.
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13 settembre 2024
La questione non è tanto di chiedersi: “Sono forse anch’io cieca?” Perché lo siamo tutte e tutti, infatti “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti” (1Cor 1,27), come sta scritto nel primo testamento: Dio ha scelto il più piccolo dei popoli (cf. Dt 7,7), per l’unico motivo del suo amore gratuito come per noi è la sua misericordia, ci dice Luca.
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12 settembre 2024
Gesù ha appena alzato gli occhi e pronunciato le beatitudini e i “guai”, avvertimenti accorati verso i suoi discepoli. Ora sembra che il suo parlare prosegua sempre guardando al fine di una vita piena, bella, beata. Una vita secondo il desiderio di Dio per noi, un Dio che ci è Padre e non può che volere il bene per noi. Un Padre misericordioso, viscerale come una madre.
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11 settembre 2024
L’ascoltare, il vedere, il darsi pensiero da parte di Dio si sono fatti gesti, parole, sentimenti in Gesù. Egli annuncia che il tempo messianico in cui Dio si sarebbe preso cura dei poveri, degli affamati, dei perseguitati è qui presente ed è motivo di consolazione per chi vive nell’afflizione e nella ristrettezza. È l’annuncio gioioso del regno di Dio in mezzo a noi che Gesù fa ai discepoli e alle folle, dichiarando pubblicamente beati uomini e donne che vivono determinate situazioni e assumono atteggiamenti tali da rendere pieno di senso il loro cammino umano sulla terra.
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10 settembre 2024
Questi versetti precedono le beatitudini che Gesù annuncia subito dopo. Sono come due momenti di preparazione a delle parole importanti che Gesù dona ai suoi discepoli, beati voi e guai a voi. Parole che capovolgono la logica che si vive nel mondo: chi piange riderà, chi ha fame sarà saziato, e viceversa, fino al comando più esigente, “amate i vostri nemici” (Lc 6,27).
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9 settembre 2024
“Fare del bene o fare del male?” (Lc 6,11). Gesù non lascia aperta la possibilità del non fare ma pone di fronte al bivio, obbliga alla scelta: bene o male. Quando fare il bene è possibile e non lo si fa: questo è male.
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7 settembre 2024
Questo episodio è riportato nei vangeli di Marco, Matteo e Luca in modo simile, con qualche variante. Di per sé l’azione è lecita (cf. Dt 23,26). Ma la cosa avviene di sabato e sorge dunque la questione se questa azione infranga il precetto del riposo nel settimo giorno (cf. Es 20,10; 31,14-15; Lv 23,3; Dt 5,14). La Scrittura non precisa cosa debba essere considerato lavoro. I vangeli ci attestano che questa era una questione dibattuta ai tempi di Gesù. La tradizione farisaica, che risale solo ai secoli successivi, annovera tra le azioni proibite di sabato seminare, mietere, sgranare il grano (cf. Mishnah, Shabbat 7.2), ma testimonia anche che salvare una vita prevale sul sabato e che l’offerta dei sacrifici non veniva interrotta, perché la santità del tempio superava quella del settimo giorno (Mekhilta r. Ishmael, Shabbat 1). Questi due principi sembrano sottintesi nel nostro testo.
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6 settembre 2024
Per cercare di comprendere questo brano è bene dare un po’ di luce al contesto. Ci troviamo nella casa di Levi mentre è in atto un banchetto che egli ha organizzato per la gioia di aver ricevuto da Gesù l’invito a seguirlo, per essersi reso conto di essere stato “riconosciuto” da qualcuno che gli permette di recuperare così la sua dignità (di figlio). Si può comprendere allora il suo entusiasmo, la sua gioia e il desiderio di condividerla con amici e conoscenti.
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