Il segno di Giona
13 ottobre 2025
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 11,29-36 (Lezionario di Bose)
In quel tempo, 29mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. 30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. 31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona. 33Nessuno accende una lampada e poi la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio, ma sul candelabro, perché chi entra veda la luce. 34La lampada del corpo è il tuo occhio. Quando il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso; ma se è cattivo, anche il tuo corpo è tenebroso. 35Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. 36Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, senza avere alcuna parte nelle tenebre, sarà tutto nella luce, come quando la lampada ti illumina con il suo fulgore».
L’evangelo odierno consta di due brani distinti: prima vi è la domanda di un “segno dal cielo”, poi si parla della “luce del corpo”. Apparentemente, non vi è un nesso tra queste due cose, ma dobbiamo sempre interrogarci, chiederci perché le parole del Vangelo si appoggiano le une sulle altre. “Questa generazione”, ossia ogni generazione, compresa la nostra, è sempre in cerca di segni prodigiosi, di manifestazioni eclatanti, apocalittiche. Il segno dato da Gesù è invece molto piccolo: è quello di un profeta minore, quasi trascurabile, come Giona figlio di Amittai.
Questo segno si può intendere in due modi: sia che Giona è stato “tre giorni e tre notti” nel ventre di un pesce, sia che ha ottenuto, suo malgrado, la conversione dei Niniviti. Luca, a differenza di Matteo, trascura il primo motivo. In ogni caso, Gesù è un profeta molto più grande di Giona e un sapiente più grande di Salomone, perché è lui stesso la Sapienza. Ora, la profezia e la sapienza di Dio sono la luce degli uomini.
Questa luce non può restare nascosta: non si accende una lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto, ma sul lucerniere, per illuminare tutta la casa. Meglio ancora, come dice altrove lo stesso evangelo: “Non c’è niente di nascosto se non per essere rivelato” (Lc 12,2). Ovvero, la luce del Messia può anche rimanere nascosta, per qualche tempo e in qualche modo, ma solo allo scopo di illuminare ancora di più.
Su che cosa agisce la luce? Agisce sugli occhi. Anzi, ci vien detto qui che “la luce del corpo è l’occhio”, in quanto è l’organo che la riceve. L’occhio, ossia la vista, ha il potere di illuminare tutto il corpo, poiché lo orienta, gli permette di operare non al buio, nell’oscurità, ma in tutta evidenza, in pieno giorno.
Ciò che si richiede è che il nostro occhio sia “semplice”, non ambiguo, non cattivo, non malizioso, ma trasparente alla luce. “Se il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso”. Questo si capisce bene, va quasi da sé. Ma questo passo del vangelo di Luca aggiunge qualcosa di meno ovvio, perché rischia quasi di ripetersi, di formulare una tautologia.
Dice, letteralmente: “Se il tuo corpo è tutto luminoso… sarà luminoso tutto”. “Tutto”, qui, si riferisce a due cose diverse. Nel secondo caso, vuol dire: non solo il corpo illuminato dall’occhio semplice; ma la stessa realtà esteriore, illuminata dal corpo. Si passa, insensibilmente, dalla luce agli occhi, dagli occhi al corpo e dal corpo al mondo circostante, di cui fa parte inscindibile.
Pertanto, seguendo la progressione di questo insegnamento evangelico, la luce della Profezia e della Sapienza (in breve: la Parola di Dio) getta uno sguardo luminoso su tutta la nostra realtà umana, visibile, corporea, fosse anche quella più tragica e quella più oscura. La luce di Cristo illumina tutti e illumina davvero “tutto”, anche le cose più piccole. Perciò non è necessario andare in cerca di grandi cose o di eventi spettacolari. È questo, mi sembra, il segno di Giona.
fratel Alberto