9 ottobre
ABRAMO, padre di tutti i credenti nel dio unico
profeta
Scelto da Dio per diventare una benedizione per tutte le genti, Abramo è definito nella Scrittura “amico di Dio” e “padre di tutti i credenti”. La tradizione ebraica vede in Abramo l’esempio dell’amore verso Dio e, appellandosi ai “meriti dei padri”, chiede al Signore di perdonare il suo popolo e far venire il Redentore. La tradizione cristiana ha visto in lui l’esempio della fede e un modello ascetico nel suo distaccarsi dalla terra e nel suo obbedire incondizionato a Dio. La liturgia ha legato il suo nome al riposo dei giusti nel paradiso. Il culto di Abramo, attestato già in Siria e in Egitto, si è diffuso in oriente e occidente al volgere del primo millennio. L’Islam esalta in Abramo il profeta, peregrinante verso l’unico Dio e difensore della sua unicità.
Sta scritto nel Siracide: “Abramo fu grande padre di una moltitudine di popoli, nessuno fu trovato simile a lui nella gloria” (Sir 44,19).
TRACCE DI LETTURA
Secondo la Lettera agli Ebrei, Abramo è soprattutto il credente la cui fede, messa costantemente alla prova, si manifesta nell'obbedienza.
Secondo la tradizione sinagogale, Abramo è innanzitutto l'antenato, colui che gli ebrei salutano con il titolo di «Abramo, nostro padre».
Ma la narrazione relativa ad Abramo presenta un altro aspetto. Benché il vocabolario della speranza non si incontri nel testo ebraico relativo al patriarca, il proprio del destino di Abramo è di vivere sotto il suo segno. La speranza inaugura la storia santa, segna con il suo sigillo i diversi episodi dell'esistenza patriarcale, decide la sorte dei suoi discendenti, apre nuove possibilità all'umanità. Dall'istante in cui JHWH si è rivolto ad Abramo, ogni cosa è stata rinnovata o piuttosto chiamata ad esserlo.
(R. M. Achard, Attualità di Abramo)
PREGHIERA
Dio misericordioso,
che in Abramo
ci hai dato il padre dei credenti,
tu hai voluto che nella sua discendenza
fossero benedette
tutte le genti della terra:
guarda al popolo dell'alleanza
e delle promesse
e al popolo delle profezie
che ti invoca quale Misericordioso,
e fa' che al più presto,
attraverso la rivelazione di Gesù Cristo,
si faccia l'unità di quanti credono in te,
unico Dio,
benedetto nei secoli dei secoli.
LETTURE BIBLICHE
Gen 17,1-7; Eb 11,8-22; Gv 8,50-58
TICHON DI MOSCA (1865-1925)
pastore
La notte del 7 aprile 1925 cessa di battere il cuore malato di Tichon, patriarca di Mosca e di tutta la Russia. È l'epilogo di una vicenda umana tragica e straordinaria nello stesso tempo.
Figlio di un parroco di provincia, Vasilij Bellavin nacque nel 1865 a Toropec, nei, pressi di Pskov. Dopo gli studi, dovendo scegliere tra il matrimonio e la vita monastica prima dell'ordinazione presbiterale, optò per la seconda assumendo il nome di Tichon.
Uomo di grandi doti umane, Tichon fu consacrato vescovo di Lublino a soli 32 anni. A Lublino, come in tutte le sedi in cui eserciterà il ministero episcopale, egli fu uomo di ascolto e di grande equilibrio, capace di dialogare con cattolici e protestanti, fino a desiderare e progettare cammini di unità, che con la chiesa anglicana giungerà molto prossima al compimento.
Costretto dalla potente influenza di un'igumena locale ad abbandonare la diocesi di Lublino, Tichon fu mandato come vescovo nella missione ortodossa d'America. In America egli poté esprimere tutta la sua larghezza d'animo, divenendo riferimento di tutti gli ortodossi del Nuovo continente e gettando le basi per un'unica chiesa ortodossa americana, che mai sarà realizzata.
Trasferito nel 1907 a Vilnius, poi a Jaroslavl', nel 1917 divenne metropolita di Mosca e presiedette il Concilio della Chiesa russa, che ripristinò il titolo di patriarca, conferendolo allo stesso Tichon nel dicembre di quel medesimo anno.
Benché si fosse tenuto al di fuori della politica e cercasse unicamente di confortare i fedeli santificando con la sua intercessione una chiesa ormai votata al martirio, il suo fu un lento calvario. Deposto nel 1923, arrestato, confinato e recluso, Tichon seppe illuminare con la luce interiore del suo cuore l'estrema solitudine dei cristiani russi, ponendo così un segno di quella speranza escatologica che costituisce da sempre l'anima più vera del cristianesimo russo.
TRACCE DI LETTURA
Figli miei! Anche se ad altri sembrerà debolezza questa santa mitezza della chiesa, questi nostri appelli alla paziente sopportazione dell'inimicizia contro i cristiani e della cattiveria, questa contrapposiione degli ideali cristiani alle prove, e alla normale inclinazione umana ai beni della terra e alle comodità della vita mondana; eanche se alla mentalità mondana sembrerà «insopportabile» e «crudele» la gioia che trova la sua sorgente nella sofferenza a causa di Cristo, noi preghiamo voi, per tutti i nostri figli ortodossi, di non abbandonare questa disposizione cristiana, l'unica che porta alla salvezza; di non deviare dal cammino della croce, che Dio ci ha mandato dall'alto, per il cammino mondano della violenza e della vendetta. Non adombrate questa vostra eroica saldezza cristiana con il ritorno a un'idea della difesa del bene ecclesiale, che svilirebbe la chiesa e abbasserebbe voi al livello delle azioni di coloro che la bestemmiano. Signore, proteggi la nostra
Russia ortodossa da un tale orrore!
(Tichon di Mosca, Lettere ai fedeli )
PREGHIERA
Regola di fede
e immagine di mansuetudine,
maestro di continenza
ti ha dimostrato la verità dei fatti.
Veramente, con l'umiltà,
tu hai raggiunto vette eccelse
e con la povertà la ricchezza.
Padre e patriarca Tichon,
prega Cristo nostro Dio
di salvare le nostre anime.
LETTURE BIBLICHE
Eb 7,26-8,2; Gv 10,9-16
LE CHIESE RICORDANO...
ANGLICANI:
Dionigi, vescovo di Parigi, e compagni (+ 250 ca), martiri
Roberto Grossatesta (+ 1253), vescovo di Lincoln, filosofo, scienziato
CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Dionigi, vescovo, e conpagni, martiri
Giovanni Leonardi (+ 1609), presbitero (calendario romano e ambrosiano)
COPTI ED ETIOPICI (29 tūt/maskaram):
Ripsima, Gaiana e compagni (III-IV sec.), martiri (Chiesa copta)
LUTERANI:
Justus Jonas (+ 1555), teologo in Sassonia
MARONITI:
Giacomo, fratello del Signore, confessore
ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Giacomo di Alfeo, apostolo
Andronico di Antiochia e Atanasia sua sposa (V sec.), monaci
Tichon, patriarca di Mosca (Chiesa russa)