Un luogo “pericoloso”

Foto di mokhalad musavi su Unsplash
Foto di mokhalad musavi su Unsplash

Qual è la prima tappa del viaggio? Un luogo “pericoloso”: il deserto. Qui sulla soglia dell’attività da predicatore itinerante chi incontra Gesù? Se stesso. Per la prima volta diventa consapevole di essere altro ed estraneo rispetto a sé. Si scopre “altro”. Ascolta gli “altri” presenti in lui. Vede le contraddizioni e i conflitti che lo abitano. Il luogo “pericoloso” è infine la propria interiorità. È il racconto delle tentazioni (cf. Mt 4,1-11; Lc 4,1-13). Gesù scopre in sé i sogni di onnipotenza e di onnidominazione, l’illusione dell’invulnerabilità, il desiderio di essere per il Padre e per gli altri esseri umani e insieme il rischio di manipolarli a proprio favore.

Non scappa però davanti al disordine interiore. Attraversa la paura dell’incontro con sé. Dà un luogo al caos, lo ospita. Non da solo! Lo fa in compagnia della Scrittura d’Israele. Non confida anzitutto in sé. Ricerca nella Scrittura un dispositivo per ascoltare il disordine e viverlo alla luce della fede nel Padre e dell'esperienza degli altri credenti. È un'annotazione fine: durante la tempesta non contare solo nelle proprie forze né affidarsi solo alla propria lettura della realtà. È bene decentrarsi: da credenti mediante l'ascolto della Scrittura in cui riceviamo il giudizio di Dio sulla realtà; da esseri umani mediante l'ascolto dell'esperienza altrui.

Gesù diventa cosciente del suo corpo. Si sente! Smaschera come perversa la lettura della Scrittura che rimuove la carne dell’essere umano, il corpo reale e singolare, il limite costituito dalla morte che si inscrive in modo diverso in ciascuna esistenza. Dio e corpi umani non sono inconciliabili! Dio è presente nel disordine, nelle nostre contraddizioni. Il Figlio amato in cui Dio pone la sua gioia (cf. Lc 3,22) è quest’essere umano complesso e contraddittorio. Non un essere senza corpo.

Il corpo, il proprio corpo, è un’esperienza da cui non si può prescindere. La conoscenza del mondo, il proprio punto di vista sulla realtà, le emozioni e i desideri si fondano sul corpo, nell’essere a disagio e in conflitto con esso e nel cercare un equilibrio. Le contraddizioni che si avvertono in sé, la coscienza di essere vasti e contenere moltitudini non è un errore, un incidente o una tappa, ma è l'esperienza più acuta di essere precari e parziali. Eppure così si sta nel mondo e nel cuore della realtà. Questo incontro porta Gesù a pensare i limiti del corpo non come realtà da cui fuggire ma da risignificare. A cercare non una libertà dai limiti ma una libertà in essi. A intuire che l’autorità non è un controllo sul corpo e sui corpi, ma qualcosa d’altro.

La coscienza di essere parziale, delle contraddizioni e dei diversi mondi in lui, educa Gesù a stare in una situazione di parità e di fraterna ospitalità verso chi incontra. Non sul piedistallo né in una relazione solo unilaterale. Gesù “ha assunto le nostre debolezze” (Mt 8,17) può significare anche questo: egli acconsente alla propria limitata condizione di creatura. Così incomincia a essere un predicatore itinerante.


Il brano musicale di questo mese è Todo cambia, scritta da Julio Numhauser e resa famosa dalla voce di Mercedes Sosa, nella versione dell’Orchestra Multietnica di Arezzo.