Assimilare il Vangelo
Fratelli, sorelle,
dice la nostra Regola:
“Se assimilerai l’Evangelo tu potrai giudicare situazioni personali proprie, comunitarie, ecclesiali, temporali, e ciò liberamente e coraggiosamente, perché l’Evangelo è potenza di Dio” (RBo 3).
Assimilare il Vangelo. Ecco cosa ci viene chiesto. Una assimilazione che non è riducibile a una conoscenza intellettuale, a una scioltezza nel citarlo, ma è introiettare lo spirito del Vangelo, che è lo stesso Spirito che ha mosso e guidato Gesù Cristo nella sua vita. Una assimilazione che è grazia, dono, illuminazione, che chiede però lo sforzo quotidiano della lectio divina, della ruminazione dei versetti del Vangelo, della memoria delle parole del Vangelo, e poi del lavoro di confrontare ciò che si vive con la parola evangelica. Ciò che ognuno vive personalmente, ma anche la vita comunitaria, gli eventi ecclesiali, i fatti della storia.
Certo, quel primo passo è indispensabile, e coincide con il lasciarsi giudicare personalmente dal Vangelo, mettere la propria vita sotto la luce del Vangelo per misurarne la distanza e farsene correggere. Quel giudicare le situazioni comunitarie poi, non ha nulla a che vedere con il condannare o con l’accusare persone, fratelli o sorelle della comunità, semplicemente perché non è questo il giudizio evangelico e non è nemmeno pratica umana degna, ma significa farsi eco del comportamento di Cristo, osare una parola che in coscienza si ritiene secondo il Vangelo a fronte di eventi, situazioni, atteggiamenti che attraversano la vita comunitaria, affinché chi apre il proprio cuore all’ascolto possa trovare vie di cambiamento e di correzione.
Così come il giudizio su situazioni ecclesiali non può essere confuso con il disprezzo o la sufficienza nei confronti di realtà ecclesiali oppure con il gossip ecclesiastico, e il giudizio di situazioni storiche e temporali con pareri gridati o superficialità di opinioni. Ma soprattutto, per giudicare secondo il Vangelo, occorre lasciarsi interpellare e giudicare dal Vangelo in prima persona, esponendosi di fronte a quella parola di Dio di fronte a cui ognuno è nudo e scoperto. Altrimenti il nostro giudicare sarà mondano e sarà arroganza di chi arriva lui a svergognare e mettere a nudo chi ritiene proprio avversario e nemico. Perciò, fratelli e sorelle siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede e sempre disposti a lasciarci giudicare dal Vangelo. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
fratel Luciano