Il Vangelo tra te e gli altri
Fratelli, sorelle,
la nostra Regola prosegue affermando:
“Consacrati alla conoscenza della divina presenza fino a testimoniarla, cerca di pregare senza interruzione il tuo Signore” (RBo 2).
Queste parole della Regola chiedono una disponibilità radicale, dell’intera persona, perché qui si tratta di una dimensione monastica essenziale. “Consacrati”, ovvero, dedicati interamente, abbi come fine, tendi con tutto te stesso, alla conoscenza della presenza di Dio, fino a farne esperienza e a testimoniarla, ovvero a saperla discernere e narrare nella vita. Sia questa tua attenzione a sottostare a tutto il resto del tuo vivere, del tuo lavorare, del tuo parlare, del tuo agire, perché solo questo dà senso al resto. Questa conoscenza esistenziale, pratica, è subito posta in relazione con la preghiera: “Cerca di pregare senza interruzione il tuo Signore”, dice la Regola facendo eco all’esortazione paolina di 1Ts 5,17. È una preghiera estesa alle dimensioni del vivere, non ristretta a un ambito particolare o a un momento preciso. Prega senza interruzione cioè, cerca di vivere alla presenza di Dio, fa’ in modo che il ricordo del Signore abiti la tua vita quotidiana, cerca di immettere il Signore, cioè il vangelo, tra te e gli altri, tra te e le situazioni che ogni giorno ti trovi a vivere.
Pensa che è proprio nella piccolezza delle faccende e delle relazioni quotidiane, dei gesti e delle parole di ogni giorno, che va vissuto il vangelo. Solo così potrai testimoniare la presenza di Dio, ovvero potrai vivere non seguendo i tuoi impulsi o assecondando il tuo psichismo, ma mostrando di aver assimilato in te, nel tuo essere, qualcosa del vangelo, di aver fatto divenire tuo, almeno un po’, qualcosa del vangelo. Anche altrove la Regola ricorda l’essenzialità della preghiera per conoscere la presenza di Dio: “Se vuoi vivere veramente in presenza di Dio, ti occorre la preghiera silenziosa, personale, nascosta, quella di cui Gesù stesso ti diede esempio” (RBo 36).
E ancora: “Prega sempre e in ogni luogo: così sarai un buon teologo, cioè uno che tende alla conoscenza di Dio, ne cerca il volto, lo trova in Cristo che viene” (RBo 37). Siamo a uno dei cardini della vocazione monastica: la ricerca di Dio, il quaerere Deum. Dimensione che è un criterio di discernimento fondamentale dell’autenticità di una vocazione monastica. Criterio cristologico, che cioè si riassume nella passione che ognuno nutre per il Signore Gesù, nell’amore per lui, nel desiderio di vivere assomigliando a Lui. Questo ciò che ognuno di noi ha cercato entrando in comunità, questo ciò che ognuno di noi deve continuare a cercare perché è al cuore della sua vita e senza il quale essa perde radicalmente senso. Perciò, fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli forti nella fede e perseveranti nel cercare di pregare senza interruzione. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
fratel Luciano