Cercare il Regno di Dio
Fratelli, sorelle,
il prologo della nostra Regola prosegue con queste parole:
“ Cerca dunque il Regno di Dio e la sua giustizia,
nella tua vita proclama che il Regno dei cieli è vicino” (RBo 1).
Dopo il primo imperativo presente nella Regola (“Ricorda la promessa di Cristo”), ovvero ascolta e ricorda la parola del Vangelo e intendila come rivolta personalmente a te, ecco il secondo: “Cerca”. Dall’ascolto e dal ricordo del Vangelo nasce il dinamismo della ricerca di Dio, del quaerere Deum, che è un elemento cardine di ogni spiritualità monastica e su cui ciascuno di noi è chiamato a interrogarsi: cosa cerco veramente? Sono ancora e sempre, anche dopo anni di vita monastica, nell’attitudine di colui che cerca? O il mio modo di vivere e di parlare mi denuncia come chi si sente già arrivato e dunque a posto? La Regola chiede di cercare il Regno di Dio, ovvero, di sforzarsi, tendere, disporre tutte le fibre del proprio essere per far sì che Dio possa regnare sulla nostra vita, e la nostra Regola ricorda tale ricerca nel prologo e nella conclusione: “Una sola cosa sia la tua preoccupazione: cercare il Regno di Dio vivendo l’Evangelo nella comunità cui sei stato chiamato” (RBo 48).
Siamo di fronte a una priorità della nostra vita. A qualcosa di irrinunciabile, che ci deve accompagnare sempre, all’inizio come alla fine, a qualcosa che deve avere il primato sulle altre cose, pure vitali, necessarie, umanissime, che costituiscono il nostro vivere: “cercate prima di tutto il Regno di Dio e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta”, dice Gesù nella pagina evangelica in cui parla di cibo, bevanda, vestito, lavoro (Mt 6,33). Anche la Regola di Benedetto pone la ricerca di Dio come criterio che contribuisce a discernere la bontà di una vocazione monastica. Ricerca che per Benedetto si specifica nella partecipazione attiva e vigilante alle preghiere comunitarie, nell’obbedienza e nell’assunzione senza recriminazioni dei servizi anche più umili di cui la comunità ha bisogno (RB 58,7). La nostra Regola vede, tra l’altro, la preghiera personale e il silenzio come modalità della ricerca di Dio, ma soprattutto fa di questa ricerca la tela di fondo che sostiene l’intera vita monastica, ciò che ci consente di reggere i ritmi quotidiani, il lavoro e l’ospitalità, il celibato e la vita fraterna, la povertà e l’obbedienza: “Nella vita comune, nel celibato, nella povertà, nell’obbedienza alla comunità, cerca soltanto la sequela di Cristo” (RBo 2).
Tutto ha senso se finalizzato a cercare Dio, se diviene occasione di cercare Dio. E la ricerca riguarda il nostro desiderio, e solo il desiderio può sostenere la nostra vita. Per cui l’invito a cercare il Regno di Dio ci chiede: cosa desideriamo, cosa ci motiva a vivere, cosa ancora ci convince a vivere la vita monastica, cosa cerchiamo vivendo la vita monastica? Questa la domanda in cui noi svolgiamo l’imperativo della nostra Regola. Perciò, fratelli e sorelle, siamo sobri e vigilanti, perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare. Resistiamogli saldi nella fede e perseveranti nella ricerca del regno di Dio. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
fratel Luciano