Contare sull'amore di Dio
Fratelli, sorelle,
iniziamo un percorso di ammonizioni a compieta in cui ci soffermeremo sulla nostra Regola monastica. Che è un modo di far memoria della nostra vocazione e di ciò che comporta. E questa sera ricordiamo proprio l’incipit della Regola.
“Fratello, sorella, tu non puoi contare su te stesso, ma solo sull’amore di Dio” (RBo 1).
L’inizio ci pone di fronte all’impossibilità dell’autosufficienza nella vita monastica. Le nostre personali forze, doti, capacità, non sono sufficienti per farci reggere una vita monastica. L’autoreferenzialità è mortifera. Non possiamo contare su noi stessi, cioè, non possiamo porre la fiducia in noi stessi. La prima affermazione della nostra Regola ci pone di fronte a un bivio, a una scelta di fronte a due possibilità, una scelta che si ripropone ogni giorno della nostra vita. Ci chiede in chi poniamo la fiducia: in noi stessi o nel Signore? Certo, come ricorda subito dopo ancora la nostra Regola, noi possiamo e dobbiamo contare in tutto anche sui nostri fratelli e sulle nostre sorelle: “Tu devi contare in tutto sui tuoi fratelli” (RBo 2). Solo nella costruzione della reciproca fiducia avviene l’edificazione della comunità, del corpo comunitario. Ne va del nostro bene più grande, della nostra libertà. La libertà di chi non appartiene a se stesso e non fa riserve di se stesso noi la otteniamo se osiamo fare fiducia al Signore, alla sua parola ma anche ai nostri fratelli e alle nostre sorelle. È la libertà di chi ama. Di chi è sempre meno intralciato nel suo amare il Signore e il prossimo dai legami del proprio io, dalla volontà di autorealizzazione, dalla ricerca di visibilità, dall’affermazione di sé.
Ma appunto, l’inizio della Regola fa appello alla fiducia: alla fiducia nel Signore e alla fiducia gli uni negli altri. Costruire la comunità è costruire la fiducia reciproca. E la fiducia, dunque l’affidabilità di una persona, la si costruisce sempre con una parola sincera, rigorosa e pulita, con l’attenzione e la cura verso gli altri, con gesti di gratuità e di dedizione. Su questo si regge la vita comune giorno dopo giorno.
Perciò, fratelli e sorelle siamo sobri e vigilanti perché il nostro Avversario, il Divisore, come leone ruggente si aggira cercando una preda da divorare (cf. 1 Pt 5,8-9): resistiamogli rinnovando la nostra fiducia nel Signore e la nostra fiducia gli uni verso gli altri. E tu, Signore, abbi pietà di noi.
fratel Luciano