Notizie dalla comunità

b2f01a9a77ff280f13f9aef4d84b62d0.jpg

Lettera agli amici - Qiqajon di Bose n. 75 - Avvento 2023

Il nostro cammino monastico…

Nella notte della Trasfigurazione del Signore, tra il 5 e il 6 agosto scorsi, fr. Federico e fr. Paolo, giunti al termine del tempo di probandato, hanno emesso la loro professione monastica definitiva, impegnandosi a vivere radicalmente il Vangelo nel celibato e in una vita comune di obbedienza e condivisione dei beni, fissando nella nostra forma vitae la loro vocazione battesimale.

Pochi giorni prima, nella festa dei ss. Marta, Maria e Lazzaro, amici e ospiti del Signore, si era concluso un percorso avviato oltre trent’anni fa, per un più esplicito radicamento ecclesiale della nostra realtà comunitaria. È stato infatti verso la metà degli anni ‘90 del secolo scorso che la Comunità, con l’allora priore fr. Enzo, ha cercato il modo di formalizzare anche canonicamente l’inserimento nella Chiesa locale di Biella e il riconoscimento della propria identità di Comunità monastica ecumenica mista. Il riconoscimento come “Associazione privata di fedeli” – conferito l’11 luglio 2001 dall’allora Vescovo di Biella +Massimo Giustetti – con il passare degli anni si è mostrato poco adeguato a esprimere pienamente il reale vissuto comunitario. In particolare, le regole e consuetudini monastiche, radicate nella tradizione d’Oriente e d’Occidente, faticavano a rientrare nella terminologia e negli schemi propri di un’associazione, mentre l’appartenenza a pieno titolo alla Comunità di fratelli e sorelle di altre Chiese cristiane rimaneva solo implicita e non ufficialmente riconosciuta. Inoltre, il recente doloroso travaglio che la Comunità ha vissuto ci ha mostrato la fragilità di tale forma e la necessità di dotarci di modalità di accompagnamento che ci aiutassero a uscire da una certa autoreferenzialità che non ha giovato alla nostra vita.

Il desiderio dunque che l’identità monastica ecumenica della nostra Comunità fosse chiaramente espressa e accolta, come dono per le Chiese e come già auspicato in Vita consecrata (§ 101), insieme al bisogno di alcuni strumenti di accompagnamento più adeguati, come le visite regolari, ci hanno portato a cercare una strada canonica diversa, che conferma e aiuta a proteggere quanto vissuto e testimoniato da Bose in questi 55 anni di esistenza, senza alterarne la natura laicale.

La Comunità e in particolare i fratelli e le sorelle incaricati di preparare la bozza delle nuove Costituzioni hanno potuto ascoltare e confrontarsi con monaci e monache di diverse confessioni, esperti di vissuto comunitario e di diritto canonico, facendo tesoro della loro sapienza e competenza. La forma canonica che ci è sembrata corrispondere maggiormente alla nostra realtà è stata individuata nel “Monastero sui iuris di diritto diocesano”, per cui si è provveduto a redigerne le Costituzioni e a votarle al termine del capitolo generale dello scorso gennaio.

Il Vescovo di Biella +Roberto Farinella, ottenutone licenza dal Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha approvato ad experimentum per cinque anni le Costituzioni approntate dalla Comunità, riconoscendola come “segno tangibile di quei frutti auspicati dal cammino ecumenico nel quale le Chiese cristiane sono impegnate da decenni e che, pur non essendo ancora pervenuto alla piena comunione, ha contribuito a un importante riconoscimento reciproco”. Il medesimo Vescovo ha quindi eretto canonicamente l’Associazione in “Monastero sui iuris di diritto diocesano”, notificando tale decisione alla Comunità riunita nella sala capitolare lo scorso 29 luglio, in un clima di ringraziamento al Signore e a coloro che ci hanno accompagnato in questo cammino, con la loro competenza e disponibilità. Speriamo, anche incoraggiati da questo segno di benevolenza, di crescere con l’aiuto dello Spirito santo nella grazia del nostro battesimo e della vocazione monastica.
(dal sito monasterodibose.it)

nella comune vocazione

La fraternità/sororità monastica non è un concetto astratto, ma un’esperienza di comunione che si nutre di ogni occasione d’incontro per approfondire il senso della vita che conduciamo, per la condivisione del proprio vissuto, per riscoprire il comune anelito a perseguire l’autenticità evangelica nel quotidiano della vita comune nel celibato. Siamo quindi profondamente grati a comunità, monaci e monache che in questi mesi ci hanno visitato e confermato nella comune vocazione: ricordiamo in particolare i passaggi di m. Maria Pia di Civitella, fr. Elia e fr. Davide di Dumenza, fr. Andrea Serafino di Novalesa, p. Emanuele e fr. Gabriele di Pra ‘d Mill. Inoltre hanno sostato in mezzo a noi – alcuni anche per giorni o settimane – p. Michel di Chevetogne, fr. Pierre Emmanuel della Fraternité de Jerusalem di Vézelay, il priore fr. Jean-Baptiste e tre fratelli della Comunità di Bethléem, sr. Pierrette di Grandchamp, m. Mary dell’Eremo di Saint Sunniva alle Isole Shetland, m. Maria Ignazia di Viboldone, fr. Benoît della Comunità di Tibériade, fr. Benoît di Saint André di Bruges, fr. Jéremie di Taizé, sr. Haregewin del Monastero della SS. Trinità presso Addis Abeba. A tutte e tutti loro e alle loro comunità va la nostra gratitudine e il nostro ricordo fraterno.

(fr. Guido)

648ce8c369628203bd4fc152e9fc184d.jpgDal 12 al 20 ottobre tre fratelli della comunità (fr. Luigi, fr. Paolo e fr. Simone), insieme a fr. Adalberto del Monastero di Dumenza, dopo alcuni anni di pausa, sono tornati a visitare i monasteri ortodossi del Monte Athos in Grecia, sostando in particolare in alcuni monasteri cenobitici (Simonos Petras, Meghisti Lavra), in alcune “celle” eremitiche di Karyes e nella skiti di Kafsokalyvia (cella di S. Acacio). Ovunque siamo andati, abbiamo ricevuto una calorosissima accoglienza fraterna e abbiamo avuto occasione di colloqui prolungati e profondi con diversi monaci e padri spirituali. Particolarmente significativa, prima e dopo la visita dell’Athos, la sosta a Salonicco, dove, oltre a visitare i monumenti e le chiese della città (e il monastero di s. Dionigi dell’Olimpo, non lontano dalla città), abbiamo avuto la gioia di rinsaldare i legami di amicizia ormai di lunga data con p. Ezechiele Xenophontinos residente nel monastero di Aghios Georghios Koudounas (Isola di Prinkipo vicino a Istanbul) e p. Theodosios Martzoukos di Preveza, venuti da lontano apposta per incontrarli.

(fr. Luigi)

7edb81a333448488b7db6f71ac21b8cb.jpgDal 26 al 29 settembre il gruppo italiano del dim (Dialogo interreligioso monastico), ha vissuto il proprio incontro annuale presso il monastero buddhista zen di Sanboji, il “Tempio dei tre gioielli”, a Berceto, sull’Appennino parmense. Ventotto i partecipanti, di cui venti monaci e monache cristiani di diverse appartenenze monastiche, sei monaci e monache buddhisti zen, e un fratello e una sorella musulmani della Co.Re.Is., a cui si sono aggiunti l’abate e i membri della comunità ospitante. L’incontro di quest’anno ci ha permesso, attraverso la condivisione della quotidianità di questa comunità, di vivere un’autentica immersione nella vita monastica zen. E questo è stato possibile grazie alla premurosa ospitalità dei nostri fratelli e delle nostre sorelle di Sanboji che, coadiuvati da un gruppetto di volontari, si sono dedicati per tre giorni alla laboriosa organizzazione della nostra accoglienza, attenta alla cura di ogni dettaglio. Il gruppo si è già dato appuntamento a Bose per l’incontro del prossimo anno: saremo felici di accoglierlo!

(fr. Matteo)

Camminare insieme…

In preparazione alla prima sessione di lavoro del sinodo della chiesa cattolica, sabato 30 settembre piazza San Pietro a Roma si è riempita d’una folla di giovani e meno giovani per condividere “Together - raduno del popolo di Dio”: una preghiera ecumenica, preparata e animata dai fratelli di Taizé insieme ai giovani, alla presenza di Papa Francesco, dei rappresentanti delle altre chiese e tanti cardinali, vescovi, laici e laiche.

Dopo una visita di fr. Matthew di Taizé alla fraternità delle sorelle a Civitella San Paolo, è stato chiesto a sr. Alice di animare uno dei workshop per i giovani previsti nella mattina del 30 settembre. Così, insieme a Doryu Capelli, un monaco buddhista di Roma, abbiamo preparato un incontro sul tema: “La ricerca della pienezza di vita. Le vie cristiana e buddista in dialogo”.     

Invitato dal priore di Taizé, fr. Alois, ho preso parte come priore di Bose all’evento, animando un altro workshop sul tema “Perché pregare e come …?”, insieme a Karin Johannesson, vescovo della Chiesa luterana di Svezia. 

Sr. Paola di Bose e sr. Germana di Civitella, ci hanno poi raggiunto in piazza San Pietro per la veglia. È stato un momento intenso di comunione tra tutti i battezzati in Cristo, in cui è stato possibile sperimentare che davvero “sinodale” è una chiesa che opera in vista dell’unità e della riconciliazione.

(fr. Sabino e sr. Alice)

verso l’unità dei cristiani

Dal 5 all’8 settembre 2023 si è tenuto a Bose il XXIX Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa dedicato a “La sapienza del deserto: i detti dei padri e delle madri”.

Anche quest’anno, dopo Isacco il Siro, abbiamo scelto di metterci in ascolto di un testo (o meglio di un insieme di testi), i Detti dei padri del deserto, che ha contribuito a plasmare la tradizione spirituale delle chiese ortodosse e che allo stesso tempo ha ricevuto un’accoglienza unanime in tutte le altre tradizioni cristiane.

Mentre le prime relazioni, di carattere storico (E. Wipszycka e S. Rubenson, D. Moschos), seguendo i più recenti sviluppi della ricerca, hanno sottolineato il carattere “letterario” dei Detti, frutto di revisioni e interpretazioni successive molto più che della “viva voce” dei padri del deserto egiziano, le relazioni del secondo e del terzo giorno (V. Patrin, A. Corbu, A. Piovano, N. Russell, A. Papathanasiou, T. Vivian, L. Cremaschi, D. Lemeni), a partire da prospettive diverse, hanno cercato di cogliere le tematiche e le dinamiche spirituali che li attraversano, e la profonda sapienza che trasmettono. Le relazioni della sessione conclusiva hanno infine affrontato il tema della rilevanza di questi testi per gli uomini e le donne di oggi: fr. Markos di San Makarios ci ha mostrato il ruolo che continuano a svolgere nella vita di un monastero egiziano dei nostri giorni, mentre il Metropolita +Job di Pisidia ha messo in luce come i Detti, al di là dell’ambito della vita monastica, siano ancora capaci di parlare a tutti i cristiani (e non solo a loro) e allo stesso tempo di sfidarli e di metterli in questione. La sapienza evangelica che essi ci trasmettono appare senz’altro come follia agli occhi di una mentalità mondana, ma proprio per questo è capace di essere profezia di un altro mondo, come dice un detto di abba Antonio: «Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno, e al vedere uno che non sia pazzo, gli si avventeranno contro dicendo: ”Sei pazzo!” a motivo della sua dissimiglianza da loro» (Alf. Antonio 25)”.

Al convegno erano presenti circa un centinaio di partecipanti, tra cui alcuni vescovi ortodossi (oltre al Metr. +Job, il Metr. +Polykarpos d’Italia, esarca dell’Europa meridionale, insieme al vescovo +Athenagoras di Terme, tutti e tre del Patriarcato ecumenico; il vescovo +Justin dell’Europa Occidentale, del Patriarcato di Serbia; il vescovo +Petru del vicariato russo del Portogallo; il vescovo +Asti di Bylis della Chiesa di Albania), una nutrita rappresentanza di monasteri italiani ed esteri, e numerosi laici di tutte le confessioni cristiane tra cui non pochi giovani. Da parte di molti è stato notato il clima di grande fraternità e la ricchezza degli scambi personali; molto apprezzato anche il pomeriggio interamente dedicato alla lettura condivisa dei testi in piccoli gruppi che anche quest’anno abbiamo voluto riproporre.

(fr. Luigi)

f25ea5a60d046cc7941ac7c0955826ab.jpgDall'11 al 15 settembre abbiamo avuto la gioia di ospitare a Bose il Comitato internazionale – co-presieduto dal rev. Mikie Roberts, responsabile del programma per la Vita Spirituale e per Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, e da p. Martin Browne OSB, Officiale del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani – incaricato di finalizzare la redazione dei sussidi per la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2025, affidata dai due organismi alla nostra Comunità.

Il 2025 segnerà il 1700° anniversario del I Concilio ecumenico cristiano, tenutosi a Nicea nel 325. Questa commemorazione offre un'opportunità unica per riflettere insieme e per celebrare la fede comune dei cristiani, così come è stata espressa nel Credo formulato durante quel Concilio. I testi della Settimana di preghiera 2025 invitano le comunità e i singoli individui ad attingere a questa eredità condivisa e a entrare più profondamente nella fede che unisce tutti i cristiani.

In quest'ottica, è stato scelto come tema della Settimana il brano evangelico della visita di Gesù la casa di Marta e Maria a Betania in seguito alla morte del loro fratello Lazzaro (Gv 11,17-27), sottolineandone la domanda centrale: “Credi tu questo?” (v. 26).

(fr. Guido)

Quest’estate abbiamo proposto per la prima volta una settimana ecumenica per giovani, dal titolo “Voi siete il sale della terra”. L’iniziativa è stata organizzata grazie alla preziosa collaborazione di due giovani della diocesi copta di Milano e di p. Victor del monastero ortodosso di Arona e ha coinvolto una trentina di ragazzi e ragazze appartenenti a quattro Chiese diverse. I partecipanti hanno avuto modo di condividere l’esperienza del lavoro con fratelli e sorelle di Bose; di confrontarsi con il Vangelo e con alcune figure di testimoni del secolo scorso appartenenti a varie tradizioni ecclesiali; di gustare la preghiera comune, non solo nella nostra liturgia delle ore di tradizione latina, ma anche in un vespro celebrato secondo il rito copto e uno seconda la liturgia ortodossa romena. La sorpresa è stata scoprire che persino il sale ha tanti sapori!

(fr. GianMarco)

Allarga gli spazi della tua tenda”

A fine settembre si è rinnovato l’appuntamento annuale, organizzato a Bose fin dal 2007, dell’Istituto teologico biblico S. Andrea di Mosca, guidato da Alexei Bodrov. Il seminario di studio quest’anno ha avuto come tema: “Valori religiosi in una società democratica”. I partecipanti, provenienti da diversi paesi europei, si sono interrogati sulla compatibilità dei valori delle diverse tradizioni religiose con i valori secolari della società contemporanea e si sono chiesti, qualora per alcuni aspetti questa compatibilità fosse impossibile o difficile da raggiungere, cosa possono fare, sia le religioni che la società, per alleviare questo problema e permettere alla religione di godere della libertà e al contempo contribuire al bene comune della società contemporanea.

(fr. Guido)

Per la sua settimana di ritiro a fine settembre il gruppetto informale animato dai coniugi Vrins quest’anno ha scelto di farsi guidare all’incontro di grandi figure di altre tradizioni religiose dal gesuita p. Jacques Sheuer e si è posto appunto In ascolto delle spiritualità del mondo”. Provengono dal Belgio e dalla Francia, molti di loro sono legati al monastero di Clerlande, caro alla nostra comunità, e da 40 anni si riuniscono per vivere insieme delle settimane di approfondimento della loro vita spirituale. È già la terza volta che questi infaticabili cercatori di profondità scelgono di vivere a Bose la loro “retraite”, tanto che ormai a legarci sono una sincera stima reciproca e un caldo affetto.

(fr. GianMarco)

A inizio ottobre abbiamo ospitato un seminario, organizzato da Lucetta Scaraffia e Isabella Adinolfi, avente per tema “La mistica femminile”: ne sono state indagate la storia e le caratteristiche, attraverso la presentazione del pensiero di alcune sue importanti figure, quali Rābi'a al-ʿAdawiyya, Sitt ʿAjam bint al-Nafīs, Hadewijch, Margherita Porete, Simone Weil, Etty Hillesum. Oltre alle organizzatrici, hanno contribuito con sapienti relazioni Paolo Bettiolo, Samuela Pagani, Francesca Barresi, Marco Vannini, Wanda Tommasi. Il tema è stato affrontato sia nella sua trasversalità orizzontale – attraverso la considerazione dell’ambito cristiano, di quello musulmano e anche di quello non dichiaratamente confessionale – sia nella sua dimensione diacronica, rilevando come forse sia possibile individuare il fenomeno di un’esperienza di fede caratterizzabile come mistica già a partire dalla tarda antichità. Le questioni sorte e a un tempo suscitate dalle relazioni e dalle successive discussioni hanno evidenziato la ricchezza e la complessità di tale fenomeno, il quale anche solo nella sua definizione si rivela non scevro da problematicità e che tuttavia, proprio in virtù delle domande che suscita, apre prospettive e cammini che necessitano e inducono a desiderare approfondimenti ulteriori.

(sr. Cecilia)

Dopo più di dieci anni la nostra comunità ha avuto la gioia di ospitare nuovamente a fine ottobre l’incontro annuale dei membri di Syriaca, l’associazione italiana degli studiosi di siriaco. Nata proprio a Bose nel 1999 da un piccolissimo gruppo di pionieri, l’associazione è cresciuta fino a contare una trentina di membri di tre diverse generazioni. Provenienti da tutta Italia e in buona parte dispersi tra le principali università d’Europa, studenti, ricercatori e professori hanno lasciato in questi anni che la comune passione per questa ricchissima tradizione cristiana li stringesse con vincoli di stima reciproca e familiarità. Oltre alla condivisione dei rispettivi progetti di ricerca, l’assemblea annuale consente loro di sviluppare alcune tematiche più puntuali. In questa edizione è stata la volta dell’enigma dei ricchissimi testi attribuiti a Isacco di Antiochia e il segreto di frammenti di antichi manoscritti in siriaco e sogdiano rinvenuti a Turfan (Cina).

(fr. GianMarco)