Il pasto sacro nelle religioni (2)
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Il cibo è vita e la vita è cibo
di Aldo Natale Terrin
Docente di Storia delle religioni
L'universo non è altro che nutrimento, cibo e vita a circolo: il cibo dà la vita e la vita diventa a sua volta cibo in un grande scambio universale. Il cibo si iscrive in tal modo in una visione cosmica, in cui la vita consuma se stessa per produrre altra vita.
Questa linea di pensiero appare in tutta la sua forza nei Veda antichi e nelle Upanishad dove si può parlare di una "teologia del Soma", o di una speculazione sul mistero dell'anna: cibo. Anche lo stesso inno cosmogonico delle origini del Purusa, l'uomo primordiale dal cui smembramento ha origine l'universo intero contiene una chiara allusione al cibo che dà origine al mondo.
Secondo l'antropologia vedica l'uomo è un composto di mente, vita e parole o parallelamente di cibo, acqua e calore. Ma da dove proviene originariamente il cibo?
L'interrogativo rimane inevaso. Come la vita, il cibo è una continua creazione degli dei. Il passaggio più interessante è però ancora nei Veda dove ci si chiede quale potrebbe essere la radice del cibo e si crea una catena di elementi cosmici: il cibo viene dall'acqua, l'acqua è connessa al fuoco, il fuoco è in rapporto al sat (l'essere) e l'essere introduce alla conoscenza dell'atman, del tat tvamasi: tu sei ciò. C'è dunque attraverso il paradigma del cibo un processo di assimilazione di tutta la realtà a partire dagli strati più inferiori fino ad arrivare all'Atman supremo. C'è in altre parole nel mondo un metabolismo cosmico che è alla base di tutto e che si costruisce a partire del simbolo del cibo.
Questa prima sacralizzazione del cibo in rapporto alla sua funzione vitale si connette però anche a una seconda: il cibo ha una funzione sociale, è espressione di una comunità tra gli uomini e tra gli uomini e gli dei. Possiamo ricordare un passo dei veda dove si afferma che "chi mangia da solo è un peccatore", o si può citare un passo della Bhagavad-gita in cui si dice che "coloro che preparano il cibo soltanto per se stessi sono peccatori: essi mangiano peccati". (Continua...)