30 ottobre

GIOVANNI COLOBOS (ca 339-409)
monaco

La Chiesa copta fa oggi memoria di Giovanni, monaco di Scete, detto Colobos, il « piccolo», a motivo della sua bassa statura. Di lui fu detto, in un breve apoftegma che ne sintetizza mirabilmente la figura spirituale: «Ma chi è questo abba Giovanni, che con la sua umiltà fa pendere dal suo dito mignolo tutta Scete?». Giovanni nacque attorno al 339 a Bahnasā, in Egitto, e si recò a Scete quando non aveva ancora diciott'anni. Alla scuola dei padri del deserto egli apprese anzitutto l'obbedienza, unica via salvifica per un cristiano. Fu proprio grazie all'obbedienza e alla sottomissione per amore di Dio e dei fratelli a ogni sorta di umiliazione che Giovanni divenne uno dei più grandi maestri di umiltà dell'antichità cristiana. Egli aveva infatti capito che alla radice dell'umiltà umana vi è l'umiltà di Dio, la forza del suo amore, che è irresistibile proprio perché lascia liberi e rende veramente liberi coloro ai quali si rivolge. All'età di 70 anni, Giovanni fu avvertito in sogno da Antonio, da Macario e dal suo padre spirituale Amoe che stava per morire. Mandato il suo discepolo a fare commissioni, egli si preparò da solo al faccia a faccia definitvo con quel Dio che aveva tanto colmato la sua vita. Di lui ci è pervenuta una lunga serie di Detti che sono un piccolo compendio di vita spirituale per il cristiano di ogni tempo.


TRACCE DI LETTURA

Raccontavano del padre Giovanni Colobos che, ritiratosi a Scete presso un anziano della Tebaide, visse nel deserto. Il suo abba, preso un legno secco, lo piantò e gli disse di innaffiarlo ogni giorno con un secchio d'acqua, finché non desse frutto. L'acqua era tanto lontana che doveva partire alla sera per essere di ritorno al mattino. Dopo tre anni il legno cominciò a vivere e a dare frutti. L'anziano li colse e li portò ai fratelli radunati insieme, dicendo: «Prendete, mangiate il frutto dell'obbedienza». Uno dei padri disse di lui: «Ma chi è questo abba Giovanni, che con la sua umiltà fa pendere dal suo dito mignolo tutta Scete?»
(Giovanni Colobos, Detti dei padri del deserto 1 e 36)


PREGHIERA

Sei divenuto un astro
che riluce sulla terra,o beato santo,
mio signore abba Giovanni.
Per la tua umiltà
e per la tua vita angelica
hai sospeso tutta Scete al tuo dito
come una goccia d'acqua
e hai dominato il tuo corpo
con faticosi esercizi,
finché sei giunto al giorno del giudizio.
Chiedi al Signore per noi,
o mio signore
abba Giovanni Colobos,
che ci rimetta i nostri peccati.


LETTURE BIBLICHE
2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2


SCIUSCIANIK (+ 475)
martire

La Chiesa georgiana ricorda oggi il martirio della granduchessa Sciuscianik (Susanna), consumatosi il 17 ottobre del 475 dopo una lunga prigionia patita a motivo della sua fede cristiana.
La vicenda storica di Sciuscianik ci è giunta attraverso il mirabile racconto agiografico di Giacomo Chuzesi, confessore della santa, il più antico e forse il massimo scrittore religioso georgiano.
Sciuscianik era figlia dell'aristocratico armeno Vardan Mamikonyan, e fu data in moglie a Varsken, granduca di Karthli, nella Georgia orientale. La loro unione si incrinò quando Varsken si convertì allo zoroastrismo davanti al re persiano, probabilmente per ragioni di opportunità politica. Sciuscianik accusò di apostasia il marito, fu arrestata, imprigionata e sottoposta a pubbliche umiliazioni. Essa non volle alcuna agevolazione in carcere, e di fronte all'irremovibilità del marito, morì di digiuni e di mortificazioni dopo sei anni di sofferenze.
La data odierna è quella in cui Sciuscianik è ricordata nella Chiesa georgiana. La sua memoria è celebrata anche nella Chiesa armena il giovedì seguente la seconda domenica dopo l'Esaltazione della Croce.


TRACCE DI LETTURA

Quando entrai, la vidi coperta di sfregi e col viso gonfio. Le dissi: «Lascia che ti pulisca dal sangue che copre il tuo volto e dalla polvere che irrita i tuoi occhi, e che ti applichi unguenti e medicamenti, così che a Dio piacendo i tuoi dolori possano essere alleviati». Ma Sciuscianik mi disse: «Padre, non dire questo: il sangue che tu vedi è per la purificazione dei miei peccati». Allora alzai la voce e cominciai a piangere. Ma Sciuscianik mi disse: «Non piangere per come mi vedi: questa notte è stata per me l'inizio della gioia».
(G. Chuzesi, Passione di santa Sciuscianik )


LETTURE BIBLICHE
2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2


LE CHIESE RICORDANO...

CATTOLICI D'OCCIDENTE:
Marcello di León (+ 298), martire (calendario mozarabico)

COPTI ED ETIOPICI (20 bābah/ṭeqemt):
Giovanni Colobos, monaco (Chiesa copta)
Eliseo (IX sec. a.C.), profeta (Chiesa etiopica)

LUTERANI:
Godescalco (+ 868), monaco e teologo in Francia
Jakob Sturm (+ 1553), borgomastro a Strasburgo

MARONITI:
Baruch (VII-VI sec. a.C.), profeta
Serapione (II-III sec.), patriarca di Antiochia

ORTODOSSI E GRECO-CATTOLICI:
Zenobio (+ 285), ieromartire, e Zenobia,sua sorella
Sciuscianik, martire
Giuseppe Giandieri (+ 1770), catholicos (Chiesa georgiana)